Cisti sacrococcigea
Descritta per la prima volta da Anderson nel 1847 e definita nel 1880 da Hodges come malattia pilonidale per il frequente contenuto pilifero, la cisti sacrococcigea é una patologia caratterizzata dalla presenza di una formazione cistica nel tessuto sottocutaneo della regione sacrale e coccigea. La causa non é certa ma é verosimilmente dovuta all’invaginazione pilifera (follicoli piliferi) nel derma a livello della plica interglutea con conseguente reazione infiammatoria che si propaga al tessuto sottocutaneo esitando in una cavità. Di comune osservazione in soggetti giovani e adulti con peluria ben rappresentata (irsutismo), specie di sesso maschile, obesi, con scarsa igiene e un solco intergluteo profondo. Anche l'uso di indumenti stretti é considerato un fattore di rischio.
Sintomi e diagnosi
Può presentarsi in modo acuto come una tumefazione dolente con cute arrossata, secrezione purulenta e febbre oppure come una suppurazione cronica intermittente con orifizi fistolosi. La diagnosi è essenzialmente clinica.
Prevenzione
La depilazione, meglio se eseguita con laser, può essere consigliata in caso di irsutismo associata ad una accurata igiene.
Trattamento
L’ascesso acuto é trattato con l’incisione, solitamente in anestesia locale, il drenaggio del pus ed il lavaggio della cavità.
La tecnica classica di asportazione della cisti, condotta in anestesia loco-regionale, eseguita in fase di quiescenza della malattia, consiste nell’exeresi in blocco della cute e del tessuto sottocutaneo fino alla fascia comprendente la cisti ed i tramiti fistolosi. L’entità della demolizione dipende dalle dimensioni della cisti e dall’estensione e localizzazione delle eventuali fistole. L’exeresi può essere seguita dalla chiusura immediata della ferita, diretta o con un lembo, quando consentito dalle dimensioni e soprattutto dallo stato dei tessuti residui. In alternativa può essere necessario lasciare aperta la ferita che guarirà per seconda intenzione solitamente in alcune settimane, più raramente in alcuni mesi.
Più recentemente sono state proposte tecniche meno invasive quali la tecnica di Bascom - Gips (asportazione dei tramiti fistolosi eventualmente associata ad una incisione laterale), la EPSiT (Endoscopic pilonidalis sinus treatment) o la SiLaC.
Rischi dell’intervento chirurgico
Le complicanze precoci più frequenti sono date dal sanguinamento e dal dolore specie in caso di tecnica aperta. Complicanze più tardive sono rappresentate dalla deiscenza della sutura in caso di tecnica chiusa, suppurazione e recidiva.
Decorso postoperatorio
La dimissione avviene solitamente il pomeriggio dopo l’intervento o la mattina successiva.
Il dolore può essere lieve o moderato durante i primi dieci o quindici giorni dopo l’intervento e può essere adeguatamente controllato con terapia antidolorifica prescritta al momento della dimissione.
La guarigione, nel caso di ferita aperta, richiederà frequenti medicazioni ed alcune settimane, mentre basteranno un paio di settimane nel caso di chiusura immediata della ferita.
La ripresa dell’attività lavorativa dipende dalla tecnica eseguita, dal decorso e dal tipo di attività svolta.